Il nome Cilento compare per la prima volta nel medioevo, comprendeva l'area intorno al Monte della Stella. Solo in epoca moderna si allarga ad abbracciare le terre dal fiume Sele fino a Sapri, e recentemente anche il Vallo di Diano. Si tratta di un'area ricca di storia che in epoca greca vide fiorire molte città, tra le quali Poseidonia, la romana Paestum, ed Elea, la romana Velia. La ricchezza del territorio era costituita dall'agricoltura, soprattutto dalla produzione di olio e di vino e dall'allevamento suino e caprino.
Con la caduta dell'impero romano il Cilento vide il susseguirsi di una serie di nuovi popoli: Goti, Bizantini, Longobardi, Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, Spagnoli. Si costruirono molti villaggi, sulle colline, per difendersi meglio dagli assalti dei corsari. Sorsero anche molti monasteri, dediti alla preghiera ma anche alla coltivazione delle terre, sempre ricche, produttive e ambite. Al contempo lungo le coste furono costruite torri di avvistamento.
Fra i centri principali vi furono Capaccio, Rocca Cilento, San Severino di Centola, Teggiano.
Dopo l'unità d'Italia il Cilento divenne terra di emigranti, a centinaia di migliaia partirono per le Americhe, in seguito anche per l'Australia. Nel secondo dopo guerra gli emigranti cilentani si spostarono soprattutto nell'Italia del nord e in Germania.
Recentemente i flussi turistici hanno determinato una forte crescita dei paesi costieri. La necessità di proteggere i valori culturali, paesaggistici e ambientali del Cilento ha portato all'istituzione del Parco Nazionale. Questi stessi valori sono stati riconosciuti dall'Unesco patrimonio dell'umanità.
Lo Staff.